• Anna Maria Curci
  • Il Network
  • Informativa

Lettere migranti

Lettere migranti

Archivi Mensili: febbraio 2022

Voi, parole

21 lunedì Feb 2022

Posted by letteremigranti in Anna Maria Curci, Lettere migranti

≈ 2 commenti

Tag

Antonella Anedda, Edith Stein, Ingeborg Bachmann, voi parole

Kein Sterbenswort,
ihr Worte!
Neanche una parola,
voi, parole!

Ingeborg Bachmann

 

Voi, parole – 1 

Quante parole nascono per compiacere? Quali?
Emesse, estratte, espulse, perfino, sicuramente non pro-nunciate.
Il discrimine, tuttavia, è quanto mai difficile da percepire. Forse, se fossero isolate, in una sorta di  staccato, il loro discostarsi dall’armonia sarebbe percepibile.
Ma una sintassi d’ordinanza, imbellettata, la mette insieme in una ronde vista e rivista, tranquillizzante e opaca come il correttore per le occhiaie.
Nessun dolore, nessun attrito o, viceversa, la finzione del dolore, la sottolineatura dell’attrito per compiacere.
«L’ascesa a Dio è un’ascesa nel buio e nel silenzio», scriveva Edith Stein. Le vie dell’anelito alla conoscenza perfetta passano per un’estrema densità e un’estrema rarefazione, e il ponte delle parole soffre di questo suo essere tramite. Non è dato conoscere l’origine, e tuttavia come non comprendere chi tras-corre l’esistenza a cozzare contro il muro dei muri, il muro dell’impossibilità a dire l’origine?
Sublime imperfezione, allora, se non nasconde, sotto il belletto dell’istrione, il paesaggio lunare delle parole.

Anna Maria Curci
9 agosto 2021

 

Voi, parole – 2

Limbas

Onzi tandu naro una limba mia
da imbentu in impasto a su passado
da dongu solamente in traduzione.

Ogni tanto uso una lingua mia
la invento impastandola al passato
non la consegno se non in traduzione.

(Antonella Anedda, da Historiae, Einaudi 2018, p. 5)

Tra invenzione e interazione si mettono in moto innumerevoli andirivieni, che impastano, stendono, riformulano idiomi rendendoli repertori complessi, compositi e dinamici.
Se da un lato, dunque, il continuo scorrere e mutare dà luogo a costellazioni e a configurazioni che pulsano, vivono e chiedono di essere esplorate, dall’altro resta una mole, solitamente in ombra, di scarti. Seguendo le considerazioni di Antonella Anedda in Limbas, si tratta di ciò che non viene consegnato «in traduzione«; proseguendo la similitudine con l’universo della traduttologia, il pensiero va immediatamente al residuo traduttivo.
La lingua d’invenzione si nutre della lingua d’interazione del passato, ricchezza non più in uso, ma ripresa per la creazione, un fare che è mettere insieme, rimodellare, anche scoperchiando il profondo. Poi la pasta viene stesa, tagliata in forme riconoscibili, oppure passata in uno strumento che la rende striscia commestibile e ben identificabile: pappardella, tagliatella, tagliolino.
Eppure, quel che resta, quel che è fuori formato mi interessa.

Anna Maria Curci
2 ottobre 2021

 

Voi, parole – 3

Nell’ansia premurosa di smussare, di attenuare, per neutralizzare, con ipocrita intento pacificatore, può capitare a qualcuno di abbinare a un’etichetta un aggettivo verbale, rinforzato a sua volta da un complemento di causa efficiente che si industria a mostrare un volto ecumenico e tranquillizzante: «femminismo addolcito dalle numerose esperienze vissute».
A quale pubblico si rivolge, ansioso di ‘normalizzare’, l’aggettivo «addolcito» affiancato al sostantivo «femminismo»? Perché il «femminismo» ha bisogno di essere addolcito?
Al brodo dell’indistinto, dei parallelismi forzati, si aggiunge a intervalli regolari l’urgenza della rassicurazione circa l’addomesticamento avvenuto. Ancora una volta, viene da chiedere, ricorrendo alle parole di Saint-Exupéry: «Qu’est-ce que signifie “apprivoiser”?» (Che cosa significa “addomesticare”?). Nell’interpretazione diffusa della celeberrima conversazione tra il piccolo principe e la volpe si manifesta il procedimento edulcorante che si appropria di territori e di dimore, di intere regioni del pensiero nella storia, con vorace bonarietà.
Confisca con pacca sulla spalla. Requisizione con cambio di destinazione d’uso.

Anna Maria Curci
19 febbraio 2022

Rolf Bossert, Temporale

17 giovedì Feb 2022

Posted by letteremigranti in Anna Maria Curci, anniversari, Poesia, Traduzioni

≈ Lascia un commento

Tag

Anna Maria Curci, Gewitter, Herta Müller, Herztier, Poesia, Rolf Bossert, Schöffling & Co., Temporale, traduzioni

Nel romanzo Herztier (tradotto da Margherita Carbonaro con il titolo Cuoreanimale) Herta Müller, premio Nobel per la Letteratura nel 2009, presenta il personaggio di Georg, uno degli amici dell’io narrante femminile, anche lui appartenente al gruppo degli scrittori rumeni di lingua tedesca, provenienti dalla regione del Banato. Dietro il nome di Georg si celano versi (soprattutto quelli della poesia Neuntöter – Lanius collurio, ovvero “averla piccola”) e vicende di Rolf Bossert, morto il 17 febbraio 1986 a Francoforte sul Meno, pochi mesi dopo aver ottenuto l’espatrio dalla Romania in Germania. Il corpo steso sul selciato, la finestra aperta. Le circostanze della sua morte non sono state mai chiarite. La poesia Gewitter, “Temporale”, appartiene al gruppo di poesie scritte da Bossert dopo aver fatto richiesta di espatrio, richiesta avanzata nel luglio 1984 e che gli costò una brutale aggressione con frattura della mascella, un interrogatorio della “Securitate”, i servizi segreti agli ordini di Ceauşescu e il divieto di pubblicazione delle sue opere, considerate l’espressione di un “nemico dello Stato”.
Oggi, 17 febbraio 2022, a trentasei anni dalla morte di Rolf Bossert, il mio omaggio alla sua voce e alla sua poesia avviene con questa traduzione inedita di “Gewitter”. (Anna Maria Curci)

 

Temporale

Da lì batte
giù a picco
l’ascia azzurra,
nel timpano
abbaia anche a me
teglia galattica.

Aggrappati, bambino,
alla caramella incollata:
io scrivo io piango
con te. Avanti, lontano.

Rolf Bossert
(traduzione di Anna Maria Curci)

 

Gewitter

Von dort schlägt
steil runter
die blaue Axt,
im Trommelfell
bellt auch mir
galaktisches Backblech.

Klammer dich, Kind,
ans verklebte Bonbon:
Ich schreibe ich weine
mit. Weiter, weit.

Rolf Bossert
(ora in: Rolf Bossert, Ich stehe auf den Treppen des Winds. Gesammelte Gedichte. A cura di Gerhart Csejka, Schöffling & Co. 2006, p. 230 – sezione »Wo sind wir, was wir sind« 1984-1955)

Incontri con Stig Dagerman – di Giovanna Amato e Anna Maria Curci

12 sabato Feb 2022

Posted by letteremigranti in Anna Maria Curci, Giovanna Amato, Lettere migranti, Letture a due voci, reportage, Storia

≈ Lascia un commento

Tag

Autunno tedesco, Fulvio Ferrari, fvƏeditori, Giorgio Fontana, Ilaria Rossetti, Iperborea, Massimo Ciaravolo, Stig Dagerman, Stig Dagerman. Il cuore intelligente, storia

Incontri con Stig Dagerman – di Giovanna Amato e Anna Maria Curci

Su Autunno tedesco di Stig Dagerman e Stig Dagerman. Il cuore intelligente di Ilaria Rossetti

Dal titolo del primo degli articoli raccolti nel 1946 e pubblicati nel 1947, scaturisce Tysk Höst, Autunno tedesco nella traduzione di Massimo Ciaravolo, di Stig Dagerman. Il giovane autore svedese, allora ventitreenne, si trovava nella Germania occupata, come inviato del quotidiano “Expressen”.
Lo sguardo di Dagermann è acuto e ampio, la sua narrazione colpisce per la precisione e l’assoluta mancanza di retorica. D’altro canto, una visione storico-politica chiara, quella di un intellettuale anarchico avvezzo a smascherare interessi e motivazioni dietro l’agire umano – e, in questa consuetudine, geniale – illumina i reportage negli scenari urbani e rurali. Berlino, Amburgo, Monaco di Baviera si alternano a villaggi lungo le rive dei fiumi o al limitare dei boschi con una storia antichissima di sacralità, recente di eccidi, rapida nel “leccarsi le ferite”, mentre le piaghe restano aperte e altre vengono scavate.
La nuova guerra – la guerra fredda -, la fame, l’assenza di una casa o anche solo di un riparo, le farse dei testimoni nelle Spruchkammern, vale a dire nei tribunali per la denazificazione, la sofferenza analizzata a distanza dal letterato classicista che si sfama con le macchine da scrivere e i libri venduti: tutto questo, analizza lucidamente Dagerman, non pacifica, bensì alimenta il rancore, il risentimento, l’astio nazionalista.
L’acutezza dello sguardo, la lucidità dell’analisi non è disgiunta, tuttavia, da un sentimento di vera comprensione e cognizione del dolore.

Anna Maria Curci

Si pretendeva da chi stava patendo questo autunno tedesco di imparare dalla propria disgrazia. Non si pensava che la fame è una pessima maestra. Chi ha davvero fame ed è privo di mezzi non accusa se stesso per la sua fame, bensì quelli da cui crede di potersi aspettare aiuto. La fame non favorisce certo la ricerca delle cause, e chi è permanentemente affamato non riesce a stabilire alcun’altra relazione che la più immediata, per cui in questo caso accuserà chi ha rovesciato il regime che prima provvedeva al suo mantenimento, sostituendolo con un trattamento peggiore di quello a cui era abituato. (Stig Dagerman, Autunno tedesco, p. 20)

Il mio incontro con Stig Dagerman, invece, è stato seduta alla scrivania, mentre dal tavolo virtuale di un magnifico incontro di lettura un’amica ha detto queste sue parole: «Se la letteratura è un gioco di società, me ne andrò nel crepuscolo con i piedi sporchi di terra a farmi amici i serpenti e il piccolo ratto grigio delle sabbie. Ma se la poesia è una necessità vitale per qualcuno, non dimenticare a casa i sandali, guardati dai mucchi di pietre! Adesso i serpenti mi insidiano il calcagno, adesso mi disgusta il ratto delle sabbie». Vengono da Lo scrittore e la coscienza: Ilaria Rossetti le cita in breve dialogo a margine di un suo libricino miracoloso, Stig Dagerman, Il cuore intelligente, edito da FVE nel dicembre del 2021. Il libro apre, con il volume su Franco Loi a cura di Rudy Toffanetti, la collana Animula Vagula Blandula, che la casa editrice milanese dedica all’“amorosa avventura” del racconto di uno scrittore da parte di un altro scrittore che l’ha caro.
L’incontro di Ilaria Rossetti con l’autore svedese è stato invece all’insegna di Autunno tedesco, nella sala di una biblioteca popolata da lettori di quotidiani. Entrambe abbiamo avuto la simile impressione di sfrigolio, «il presagio di un senso prima intravisto appena e poi evidente». Entrambe sappiamo dare un luogo a questa comparizione. Io devo aver mosso la mano come per afferrare qualcosa, piano piano, perché la sua voce mi sembrava una chiamata a qualcosa di bellissimo, una scelta definitiva e stupenda, arrotondata da un linguaggio che era estraneo a ogni forma di retorica, ma leggero e biblico, come di piuma.
Di questo riconoscimento, e di questa riconoscenza, Ilaria Rossetti parla affiancando con gentilezza ricordi (la lunga preparazione del gioco dell’infanzia che appaga più del gioco stesso, la colazione di nebbia al bar prima di una serrata), facendo di impressione e carne, e non solo di ragionamento e idea, i brani di Dagerman che cita, i racconti della sua vita complessa e della sua biografia intellettuale, e il suo esito che, chiarisce, non è il suicidio (che non è il «risultato della sua biografia») ma la capacità di «tenere la posizione, nonostante tutto». Tra le varie parole chiave che possono occorrere a disegnare questo scrittore dalla scrittura esattissima e la lucidità rigorosa, una è “conflitto”: fin dall’incontro con la narrazione imperterrita del dolore dei vinti in Autunno tedesco, lì dove Dagerman ha rifiutato la visuale comune post-bellica di spezzare sotto il tacco un popolo colpevole, mai nell’autore svedese è mancata la fermezza di sguardo di comprendere, con la sua penna, quella che Walter Siti, citato da Rossetti, indica come necessità del libro: essere luogo in cui «ogni asserzione può essere rovesciata». Il “conflitto” non è allora il motore di una trama, come direbbe McKee, ma una capacità di visione, l’accoglienza di un pensiero discrepante, la disposizione a seguire un ragionamento imprevisto, una forma viva e ospitale di ogni lato, anche il più insospettabile e crudo, della realtà.
«Il giornalismo è l’arte di arrivare troppo tardi il più in fretta possibile», cita ancora Rossetti da Autunno tedesco. Il punto, e Dagerman riesce, e Rossetti ci ricorda con questo libro splendido, è costruire su quel troppo tardi qualcosa che permane.

Giovanna Amato

Stig Dagerman, Autunno tedesco (tit. orig. Tysk höst), traduzione di  Massimo Ciaravolo, cura di Fulvio Ferrari. Con un saggio di Giorgio Fontana (“L’autunno di Stig”), Iperborea 2018

Ilaria Rossetti, Stig Dagerman, Il cuore intelligente, FVE 2021

Migrazioni

  • Anna Maria Curci
  • Il Network
  • Informativa

Categorie

  • Anna Maria Curci
  • anniversari
  • Arte
  • Brunella Bassetti
  • Cinema
  • Cristina Bove
  • cronache
  • Disegni
  • Gialli
  • Giovanna Amato
  • interviste
  • la domenica pensavo a Dio/sonntags dachte ich an Gott
  • Laura Vazzana
  • Lettere migranti
  • letture
  • Letture a due voci
  • Lutz Seiler
  • Memoria
  • Migranti
  • Musica
  • Narrativa
  • Per le strade di Roma
  • Pittura
  • Poesia
  • Poesia in due lingue
  • Prosa
  • Racconti
  • Recensioni
  • Reiner Kunze
  • reportage
  • Ricordi
  • Romanzi
  • Rubriche
  • Sandra L. Rebecchi
  • Scuola
  • Simonetta Bumbi
  • Storia
  • Teatro
  • Traduzioni
  • Uncategorized

Ultime Migrazioni

  • Maurizio Rossi, La ruota di Duchamp (nota di Anna Maria Curci)
  • Simone Zafferani, L’ora delle verità (rec. di Giovanna Amato)
  • Gianni Iasimone, “Invel – la Heimatlosigkeit, dallo spaesamento al dolore di Giovanni Nadiani”

Archivi

  • marzo 2023
  • febbraio 2023
  • dicembre 2022
  • ottobre 2022
  • agosto 2022
  • luglio 2022
  • giugno 2022
  • aprile 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • febbraio 2021
  • agosto 2020
  • luglio 2020
  • marzo 2020
  • gennaio 2020
  • gennaio 2019
  • agosto 2018
  • gennaio 2018
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • gennaio 2017
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • marzo 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014
  • luglio 2014
  • giugno 2014
  • Maggio 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • settembre 2012
  • agosto 2012

lettere migranti allinfo.it bumbimediapress.com l’ideale network di allinfo anna maria curci

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

RSS Allinfo.it

  • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.

RSS L’Ideale

  • Beauty Bar: i più belli da visitare adesso - Harper's Bazaar Italia
  • L'allenamento brucia grassi di Kaia Gerber si fa tutti i giorni in 10 ... - Cosmopolitan
  • Trump apre la campagna presidenziale: "Rieleggetemi e sarete vendicati. Io perseguitato dal procuratore di Ne… - la Repubblica
  • Mostra Punctum a Palermo, Omar Hassan a Palazzo Reale - Agenzia ANSA

RSS esti kolovani

  • Che succede a Lampedusa? Fuochi razzisti, l’ennesima orribile pagina di violenza e intolleranza verso il migrante.

RSS il blogascolto

  • BOB DYLAN, Shadows in the Night (2015)

RSS il blogfolk

  • Allen Collins, il magico chitarrista Southern Rock dei Lynyrd Skynyrd

RSS bumbimediapress

  • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.

Lettere Migranti

Lettere Migranti

Le ultime migrazioni

  • Maurizio Rossi, La ruota di Duchamp (nota di Anna Maria Curci)
  • Simone Zafferani, L’ora delle verità (rec. di Giovanna Amato)
  • Gianni Iasimone, “Invel – la Heimatlosigkeit, dallo spaesamento al dolore di Giovanni Nadiani”
  • Maria Lenti, “Beatrice e le altre: a Dante” (rec. di Maurizio Rossi)
  • Maria Pina Ciancio, Tre fili d’attesa (nota di Rosaria Di Donato)

Blog su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Lettere migranti
    • Segui assieme ad altri 83 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Lettere migranti
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...