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Archivi Mensili: novembre 2013

Francesca Ricci, Il treno dell’arcobaleno

26 martedì Nov 2013

Posted by letteremigranti in Lettere migranti, Racconti

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Tag

Chiari, fiabe, Francesca Ricci, il treno dell'arcobaleno, Racconti, siringomielia

il treno dell'arcobaleno

Un bambino solo e triste camminava lungo una vecchia linea ferroviaria abbandonata quando, da dietro un grosso cespuglio, sentì qualcuno piangere sommessamente. Incuriosito si avvicinò e vide, con sua grande sorpresa, una vecchia locomotiva con due vagoni alquanto malridotta. Era una di quelle locomotive che andavano a carbone e che una volta trasportavano tanta gente.

Il bambino le chiese: ” Perché piangi, ti sei fatta male?”

Sorpresa, la vecchia locomotiva, gli rispose: “No, è che sono qui sola soletta, perché tutti mi hanno abbandonato: ormai sono troppo vecchia e lenta .La gente va sempre di corsa,vogliono treni veloci e comodi per fare presto e a me non  vogliono più. Così mi hanno lasciato qui ed il vento,  la  pioggia ed il sole mi stanno rovinando ancora di più. Sono tutta ruggine ormai, sono una povera vecchietta sola e triste. Ecco perché piango!”

“Mia cara locomotiva” disse il bambino “oggi hai trovato un nuovo amico!

Anche io sono solo e triste, non ho nessuno con cui  stare e tu  da oggi sarai la mia migliore amica. Io ti accudirò, ti pulirò e ti farò diventare ancora più bella di prima!”

La vecchia locomotiva sorrise tra le lacrime: quel piccolo bambino era veramente forte, era veramente un grande amico.

Ma come avrebbe potuto rimetterla tutta a posto? – si domandò.

Il bambino mantenne la promessa.

Da quel giorno, si diede da fare per ripulirla tutta.

Lavò tutti i vetri, con pezzi di stoffa colorati riparò i buchi dei sedili, ma alla fine non era ancora contento.

Se dentro la vecchia locomotiva era tutta bella e splendente, fuori lasciava molto a desiderare.

La vernice mancava in più punti, e la ruggine non faceva un bell’effetto.

Ci sarebbero voluti chissà quanti barattoli di vernice nera per ridarle il colore e di soldi per comprarla ne aveva proprio pochi. E allora? Come poteva fare?

Ma la fortuna gli venne incontro.

Trovò un barattolo di vernice verde semivuoto e lo usò per colorare un pezzetto della locomotiva. L’effetto non era niente male: così si mise in cerca di altri barattoli chiedendo a destra e a manca, ed alla fine ne raccolse un bel numero, ma di tanti colori differenti. “Pazienza” disse “meglio che niente !” e si mise all’opera.

Mentre dipingeva, il vecchio treno gli raccontava dei suoi tanti viaggi, delle persone che aveva visto salire e scendere dai suoi vagoni, delle fatiche che aveva fatto per andare in giro, delle cose belle che aveva visto. E così raccontando lei e dipingendo lui, passava il tempo e anche l’ultimo avanzo di vernice finì ed il bambino poté contemplare il suo lavoro o meglio….. il suo capolavoro!

E sì, perché tutta quella vernice colorata dava alla locomotiva un aspetto veramente carino, un po’ vistoso forse  ma molto originale. “Sei proprio bella, – disse il bambino – ho fatto proprio un buon lavoro. Ora non sei la vecchia locomotiva di una volta! Ti voglio chiamare “il Treno dell’Arcobaleno”

“Grazie, mio caro amico, sei stato proprio bravo, hai fatto un ottimo lavoro e per questo motivo ti voglio premiare. Prendi un pezzettino di carbone e mettilo nella mia pancia ed io ti farò fare un bel viaggio intorno al mondo.”

“Ma come puoi muoverti con un solo pezzetto di carbone?” rispose il bambino.

“Non ti preoccupare, ci riuscirò così come te da solo sei riuscito a fare tutto questo lavoro! Vai ora! “

Il bambino si mise alla ricerca ed alla fine trovò un pezzetto di carbone che secondo lui non avrebbe neppure consentito alla locomotiva di accendersi.

Aprì in ogni modo lo sportellino e vi inserì il carbone.

Subito la locomotiva cominciò a muoversi: all’inizio molto lentamente, facendo un gran rumore.

“Ciuff-ciuff, sono un po’ arrugginita, è tanto tempo che non mi muovo più. Ciuff-ciuff ciuff ecco con un po’ di pazienza riuscirò a muovermi meglio. Ciuff-ciuff, ciuff-ciuff, ciuff-ciuff ora comincio  a sentirmi un po’ più sciolta e… possiamo partire”

Il bambino la guardava a bocca spalancata, non credeva ai suoi occhi. Non riusciva a parlare ed a muoversi.  “Su che aspetti a salire, vuoi che vada via senza di te? Ti sto aspettando per partire! Non mi credevi eh? Dai sali che andiamo via!”

Il bambino si riscosse e con un salto fu sulla locomotiva, tirò il fischietto e…”Ciuff, ciuff ciuff ciuff  tuuuu tuuu ……. SI PARTE !”

Ed iniziò così’ il loro viaggio!

Era proprio bello e videro tanti bei posti, finché arrivarono in una stazione, ma nessuno degnò il treno di uno sguardo. Solo un gruppetto di bambini mal vestiti e soli si avvicinò. “Salite, presto” disse il bambino “Questo è il Treno dell’Arcobaleno e andiamo in giro per il mondo!”

I bambini salirono ed il treno ripartì tutto contento.

Arrivarono ad un’altra stazione e di nuovo si ripeté la stessa storia.

E così ad ogni stazione in tutti i paesi che giravano, salivano bambini d’ogni razza e di tutte le età ma tutti  soli e senza una famiglia.

Il Treno era ormai pieno quando arrivò in una piccola stazione.

Non c’era nessuno ad attendere il treno, non c’erano persone, non c’erano bambini, non c’era neppure il capostazione.

Era una piccola stazione tutta grigia, senza colore e senza rumori.

I bambini, incuriositi, scesero dal treno per cercare altri amici in giro. “Forse –pensarono – non hanno sentito arrivare il treno”

S’incamminarono fuori della stazione e furono subito colpiti dal paesaggio.

C’era un grande viale lungo il quale vi erano delle casette con il prato e gli alberi, ma quello che era strano è che tutto era grigio senza colore. Sui prati non c’erano fiori, sugli alberi non c’erano foglie, non c’erano uccellini a cantare, non c’erano rumori, non c’erano persone, non c’erano bambini. Le case erano grigie, le finestre grigie, le porte grigie. Sembrava un paese abbandonato.

Ma il primo bambino si fece coraggio: bussò ad una porta grigia ed aprirono due signori, un uomo ed una donna tutti vestiti senza colori, lo sguardo triste ma…..alla vista del bambino i loro occhi s’illuminarono, i loro volti presero colore, “Sei arrivato finalmente, ti abbiamo aspettato per tanto tempo. La nostra vita era grigia e triste ma tu gli hai ridato il colore! Vieni, entra!”

E la casa prese colore, il prato fuori divenne di un bel verde brillante, gli alberi misero le foglie e gli uccellini ripresero a cantare.

E così fu per ogni casa, per ogni bambino.

Ed il Paese grigio divenne bellissimo: lo chiamarono “il Paese dell’Arcobaleno”.

Ed il Treno nella sua stazioncina colorata era immensamente felice!

Aveva compiuto la sua missione ed ora poteva riposare.

 locomotiva

 

 ______________________________________________________

Francesca  Ricci è nata  nel 1960, ha iniziato a  scrivere  favole  per  bambini per  poterle  raccontare  ai propri figli; ha  scritto e pubblicato  due libri  per  bambini che  trattano due  malattie rare,   la MC1 e  la  siringomielia.  La  Chiari: la  buffa  storia  del signor  cervello, signor  cervelletto, signor midollo e signor  liquor è stata presentata in occasione di congressi sulla malattia e a un convegno dell’ISS, “La medicina  narrativa”.

Sprecato_Vertan

10 domenica Nov 2013

Posted by letteremigranti in Anna Maria Curci, Lettere migranti, Poesia, Poesia in due lingue

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Rembrandt, Il ritorno del figliol prodigo

Rembrandt, Il ritorno del figliol prodigo

 

Sprecato

sforzo sprecato
perduta l’occasione
dilapidato il tempo
scialacquato il soldo
sciupato l’entusiasmo
seppellito il talento

ho sbagliato?

Vertan

vertane Mühe
verpasste Gelegenheit
verplemperte Zeit
verschwendetes Geld
vergeudete Begeisterung
vergrabenes Talent

habe ich mich vertan?

Anna Maria Curci
17 aprile 2010
dopo aver letto qui e qui

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