Ho scritto queste righe sette anni fa, quando mia madre ha compiuto ottant’anni. Oggi, nel giorno del suo 87° compleanno, pubblico qui, con i miei auguri alla “Mater” della “Mutter”
La mia scala cromatica
In musica, la scala cromatica procede per semitoni ed è costituita dai dodici suoni. I dodici toni della mia vita sono i dodici colori legati a mia madre.
Azzurro: il fiocco che orna il mio grembiule dell‟asilo e che mi ballonzola davanti mentre percorriamo di corsa il quotidiano tragitto casa-scuola (poi, per la tua, dovrai prendere un tram). Siamo in ritardo, come sempre, non perché ti sia svegliata tardi, ma perché hai già sistemato e organizzato una mole inimmaginabile di cose. Con te, che mi tieni forte per mano, mi sembra di volare sicura nella tramontana del dicembre romano.
Beige: il capolavoro di tua sorella, un golfino fatto a maglia e terminato – fatale hybris – in un giorno di festa. Protagonista di quella – tra le tante storie che racconti a figli e nipoti – che ricorre con maggior frequenza nelle tue affabulazioni, ogni volta con l‟aggiunta di un particolare nuovo e avvincente.
Blu: la borsetta di stoffa, elegantissima e il cappello coordinato che portavi nelle occasioni speciali – matrimoni, prime comunioni… – “perché sono gli accessori che danno il tocco essenziale!” Dimenticavo: blu per te è sempre stato, alla francese, bleu!
Giallo: il colore delle righine di quella tua camicetta alla quale ho fatto la corte per tanti anni. Sagomata sulle sinuosità femminili delle mediterranee anni Cinquanta – seno florido e vitino di vespa – mi è stata quasi sempre preclusa… non certo per tua ingenerosità, ma per… incompatibilità di misure al giro vita! Ma tu, tu come facevi ad averla così sottile? Questo resterà un interrogativo di fondo per me.
Indaco: il completino – casacca a mezze maniche e gonna svasata – di cotone indiano che tu e papà avete regalato alla vostra primogenita ribelle. Tra i tesori che riservava la bottega dello zio, ideale continuatore dell‟attività del nonno paterno, è il romantico “fiore azzurro” della mia esistenza. Misteriosamente scomparso il completo, l‟indaco resta a dominare il mio immaginario.
Lilla: il soprabito dall‟inconfondibile taglio anni Sessanta, che abbinavi a borsetta e cappello blu e che usavi soltanto per le cerimonie. Anche a me hai trasmesso, insieme al latte e alle tue storie, la rigorosa distinzione tra abbigliamento per la festa, per il lavoro – sono figlia d’arte, è lo stesso per entrambe – e per la casa.
Ocra: può un tailleur avere il colore dell‟ocra gialla? Nel tuo guardaroba, sì. Il tailleur ocra aveva la gonna dritta e improbabili bottoni del diametro di quattro centimetri. Lo avevi quella domenica in cui, a mo’ di celebrazione del quartiere in cui eravamo venuti ad abitare, papà ci fotografò di fronte al laghetto dell‟EUR. Il nostro Sessantotto ha il colore del tuo tailleur.
Rosso: più ci penso, più sono convinta che questa è la tua tonalità cromatica dominante, non solo perché papà desiderava che lo indossassi sempre. Il rosso ti dona e rivela il tuo carattere caparbio e pugnace sotto un involucro di apparente arrendevolezza, il rosso accende quella che mi piace chiamare la tua “soave ostinazione”. Il giorno del mio matrimonio avevi un meraviglioso abito rosso e mi hai resa felice per quel rossetto carminio che accendeva le tue labbra.
Tortora: “Se fosse per te, ti vestiresti sempre di questo colore!” Quante volte ti sei sentita rivolgere questo rimprovero? Il color tortora sta per tante tue doti: la modestia, la sapiente capacità di cedere ad altri la ribalta, la sollecitudine operosa nella famiglia, e non solo nella famiglia. Chi ti vuole bene, tuttavia, desidera che le tue doti sfavillino con un blu pavone, un rosso Magenta, un verde veronese, perché anche altri le possano percepire chiaramente.
Turchese: la pietra dura che ornava la splendida parure – braccialetto e girocollo – preda di ladri occasionali in quella domenica mattina di luglio di tanti anni fa. Il turchese rivela, della tua poliedrica e variopinta personalità, la raffinatezza, che troppo spesso celi senza motivo.
Verde: uno dei tanti impermeabili double-face che tanto ami. Probabilmente la tua scelta è frutto di un compromesso tra la tua naturale ritrosia, che ti farebbe optare per il tortora, e il coro dei tuoi cari che tifa per il rosso.
Zaffiro: gemma che ornava un anello che mi hai regalato quando ero bambina. Quel dono è stato per me la dimostrazione tangibile di quanto tu sappia leggere nell’animo altrui. Grazie anche per questo.
Anna Maria Curci
17 dicembre 2006