
Opere cantan, giorni
abbracciano e riannodano
i tuoi testi nel blu.
Ballate e rapsodie
onde smuovono, cercano.
Senso schiudono, il nostro.
(a.m.c.)
Maria Serena Peterlin, Andando a capo, in blu
Lettura di Lorenzo Poggi
La poesia di Maria Serena è come una farfalla che svolazza assaggiando qua e là i fiori della vita. Ma è farfalla con gli occhiali perché le sue poesie contengono sempre un insegnamento finale. Cioè non può mai Maria Serena scordare che ha insegnato e soprattutto educato generazioni di ragazzi. Tratta tantissimi temi la poderosa silloge. Ma sono i temi di riflessioni quotidiane sulle cose e sulle idee che suscitano, sui grandi temi filosofici e sulle risposte che siamo in grado di dare, su come affrontare la vita e su come porsi nel quotidiano. Il tutto in una veste poetica multiforme che a volte va a spasso per prati a volte si diverte con le rime. Credo che l’omaggio più grande che si possa fare a Maria Serena sia quello di scorrere come in un film il suo libro, avendo cura di tirarne fuori, poesia per poesia, il senso profondo di quello che scrive. Io ci ho provato. Perdonatemi se a volte non ho capito.
Scrivere andando a capo: Pagine bianche: “il mare lascia detriti di schiume” il cielo ed il mare sono pagine bianche. La vita va avanti ma senza poterci far niente – Il filo: trovare il filo della vita. Non sempre ci si riesce – Analogia di libertà: il vento come invito a seguirlo sulla strada della libertà – La brace: emozioni forti assopite nella brace – A mano: scrivere a mano senza ticchettio di tasti è come disegnare il letto d’un torrente in cui posare parole – Il segno e il senso: parole che come fuoco rivitalizzassero questa umanità scaduta e asservita – Parole per non dire: del tempo che passa e lascia la vita senza voglie – Parole alla luce: luminescenti nel buio dell’insonnia. E che la loro scia tracci il cammino d’una vita – Nello specchio: perché le parole scritte abbiano un senso ricordati di bagnarle prima sulle labbra – Novella: una buona novella in tanto buio non ha prezzo!
In blu e nel tempo: Colori: il colore non è quello che vedi, ma quello che senti – Verranno le stelle: per fortuna dopo il temporale tornano a farsi vedere le stelle – Alba: alla fine degli incubi notturni c’è sempre l’alba – Cielo: è luce per non far morire la speranza – Mattinata prima: Non ti far ingannare dal mondo virtuale. Ci sono le ginestre sull’orlo degli orti – Mattinata seconda: anche un gatto può servire per restare con i piedi per terra – Alba di Marzo: a volte l’alba non fa il suo mestiere – Nuvole e balene: nuvole come delfini deformati dalla velocità in autostrada. Ci vuole però una decappottabile per vederli! – Tra spine corre il cielo: alba su un cielo che cerca un senso nella brezza tra le spine d’un nuovo giorno – Racconto notturno: al sopravvenire degli incubi fai ricorso alla ragione – La Ninna: raccontarsi una storia di quando si era piccoli in attesa dell’alba amica che cancellerà il sogno ormai stanco – Nebbia in collina: sbuffi di luce tra la nebbia della collina. Le giornate d’inverno che non vogliono essere svegliate.
Mesi: Gennaio addio: in attesa d’una alba viola – Rapsodia lunatica di Febbraio: canto alla luna, all’incessante ripetersi del suo corso che segna anche il nostro tempo di vita. Musicalità leopardiana – Marzo: si mischiano il freddo dell’inverno e i sentori di primavera. Metafora dei nostri dolori e delle nostre gioie – Gatto d’aprile: al posto del pesce! Come un gatto a caccia di uccellini ma solo per sentir vibrare le ali – Maggio e la rosa: è tempo di rose, anche ostinate – Giugno: basta un calabrone attratto dal fiore di lavanda per ricordare che la natura esiste – Luglio: basta una foglia di menta tra le mani per scatenar ricordi tra i profumi di un’estate ormai esplosa – Agosto: riflessioni al canto di cicale – Settembre: ancora un po’ d’estate per favore – Ottobre: tracce d’autunno – Novembre: cadono le foglie ma si preparano nuovi germogli. La cadenza del tempo nel ripetersi delle stagioni – Dicembre: ballata su chi non sa aspettare e come un lupo in gabbia si agita senza saper godere delle pause dell’inverno.
Anime: Anime: le anime si parlano, fanno crocicchi, non fanno caso a noi – Il telaio: non si può tornare indietro. Il filo è ormai tessuto. Le somme alla fine, quando non c’è più strada da percorrere – Domani o dopo: guardale da lontano le cose perdute. Acquisteranno nuova luce – Fukushima: gli occhi del circo dell’informazione su questa tragedia. Ma come partecipare al dolore per tanto disastro? – Capire: Vorrei capire se il tanto fatto serva ancora a qualcosa – Da un quadro di Lucia Merli: anche se solo per un momento non ci fosse più nessuno ad ammirare la notte, il fiume che danza, e le stelle che sembrano insufficienti, basterebbe questa gonna fiorita e luminosa, quel gesto abbozzato per rinnovare il miracolo della poesia.
Disubbidienze: Riprendere la parola: riprendersi la parola. Quella chiara, vera. Perché, diceva Moretti, le parole sono importanti – Invidia e sentimento: c’è poco da invidiare chi si perde nel suo iperuranio di poesia senza curarsi del mondo e c’è niente da invidiare a chi non prende mai posizione – Rapsodia in arcobaleno: mai arrendersi alle ingiustizie dei padroni del mondo. Coltivare utopie è l’unico modo per realizzarle – La corazza: per quanto spessa sia la tua corazza ricorda che oltre le apparenze sempre dentro di te devi scavare se vuoi sapere cosa vuoi – Disubbidienza: bisogna sentire il soffio della disubbidienza per uscire dal grigio pantano di questo inaccettabile presente.
Pedagogia non applicata: Manifesto per Pinocchio: l’anelito alla libertà ed alla liberazione da tutte le norme che c’impongono per quieto vivere – Nonsensando: ogni tanto ci vuole pure qualcosa che renda allegra l’aria con parole senza senso – Rapsodia riflessiva: “sul quieto riposare su certezze obsolete” – Rapsodia en rouge: il tempo ha lasciato avvizzire le idee e i concetti alti, quelli conquistati a fatica. Abbiamo la bocca piena di frasi fatte e di sciocche filastrocche. Ci sono rimaste solo mediocre ore presenti? – Breccia: quello che si annusa e quello che s’intravede da una fessura di ciò che c’è oltre le frasi fatte è già tutto previsto e scontato in quel trallalà ironico di fondo che si tramuta in una ferita aperta – Al futuro: che fare? Rispondere rima per rima all’oltraggio di idee banali e ottuse o attendere in silenzio che la misura sia colma? Ma lo sarà mai colma? Nel frattempo rinchiuditi nei colori della natura a fine estate – Bandiere forse rosse: è tempo di facili indignazioni e di bandiere multicolori sventolate per piccoli egoistici motivi. Che cosa resta della nostra estate colorata di rosse bandiere appassionate? – Rincorrere il tempo: con gli occhi e le palpebre chiusi in attesa del sonno quando ritrovi il tuo tempo nascosto – Pedagogia non applicata: insegnare argomenti e concetti con parole appropriate formando frasi impeccabili di sola logica. Ma è solo un fragile vaso che entra ed esce dai banchi e non attecchisce. Ma è colpa della noia vista qui come ribellione ad imposizioni troppo logiche – L’anello mancante: quando manca un anello s’interrompe la storia. Si riparte da zero, senza radici e si torna indietro – Scuola: insegnare è dare tutta sé stessa; altrimenti son solo parole – Scuola sbagliata: rimpianti d’una scuola etico-minimale rispetto ad una scuola che non sa più che insegnare?
Notte e giorno: Corrispondenza: “Passa la notte leggera come orme di gatto guardingo” e mentre insegui i tuoi sogni scandisce indifferente la vita – Luna e notte: la luna illumina le nostre ombre – Burrasca: tarda molto a passare la burrasca accesa nel cuore – Immagini: una margherita annuncia la fine dell’inverno – Infanzia: canto d’amore per i bambini e per la maternità – In chiave di violino: in punta d’archetto delizioso concerto di sogni bambini – Acque e suoni: anche se mancassero all’improvviso le cose più belle del creato basterebbe una gonna fiorita ed un gesto che ricorda la musica per rientrare in noi. Bellissimo quel “come quei mesti Pierrot che vivono per piangere” – L’altalena: giochi di rime in filastrocca per bimbi – L’aquilone: filastrocca con giochi d’assonanze – Festa per una notte: nella cadenza di settenari scende l’allegria in una notte di festa per i bambini – Attesa: una madre col bimbo in braccio che si lascia cullare in attesa del sonno che arriva – Mongolfiera: leggera e lieve il suo volo accompagna un sogno.
La rondine: Della rondine e del pavone: bella e drammatica. La presenza della madre nelle varie fasi della vita – Addio: ancora la madre: l’addio – Le voci amate: restano i ricordi, le speranze, “mirabili illusioni ancora care” – Domani verrà: nell’attesa d’un dono che è la vita che rigermoglia sempre – Passato e presente: è inutile rivangare il passato che non può tornare. Gioca ancora i tuoi dadi, la vita va avanti.
Nipotini: A Maria, la mia principessa: ecco la favola bella con tante rime da sogno per Maria bella – Gli affetti (per Giovanni) e a Giovanni: consigli di vita e mirabile lirica per il nuovo bambino – Maria: dipingere con i fiori significa profumare i colori. Maria è geniale – Filastrocca di parole: sono solo parole ma significano tanto.
Varie non eventuali: Sogno di pane: tornare a sentire l’odore del pane almeno una notte ritrovarsi bambina – Parole plissettate: parole infide, parole piene di trappole e di menzogne – Apologhetto del gatto: Insegnamento:la democrazia si difende se la organizzi bene altrimenti vince il più forte – Ti racconto: di quando si sapeva bene chi erano i buoni e chi i cattivi (anche se non era vero).

Foto di Maria Serena Peterlin