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Alberto Bertani, Anna Maria Curci, dialetto, dialetto romagnolo, Gianfranco Fabbri, Giovanni Nadiani, L'altra lingua, L'Arcolaio, Lorenzo Mari, Premio Ischitella-Pietro Giannone, Reda di Faenza, Thomas Bernhard, Vincenzo Luciani
Quando Vincenzo Luciani mi comunicò i nomi dei vincitori del premio Ischitella – Pietro Giannone 2015, la mia attenzione fu immediatamente catturata dai testi di Giovanni Nadiani, che con la sua raccolta aveva ottenuto il terzo posto. Sono testi di straordinaria ricchezza espressiva, nei quali il dialetto si apre a ventaglio ad accogliere una pluralità di lingue, timbri musicali e riferimenti letterari. Come un solenne “autoschiaffo” (la definizione è tratta da un’intervista che rilasciò Thomas Bernhard) gli elementi (auto)ironici si combinano per creare solida scrittura, autentica poesia. Apprendo oggi, con tristezza e rimpianto, la tristezza di una perdita, il rimpianto di non averlo mai conosciuto di persona, della morte di Giovanni Nadiani. Dalla raccolta Anmarcord di Giovanni Nadiani, scritta nel dialetto romagnolo di Reda di Faenza, raccolta terza classificata al Premio Ischitella – Pietro Giannone 2015 e che è stata pubblicata da Gianfranco Fabbri per la collana “L’altra lingua” della casa editrice L’arcolaio, riporto qui, mio commosso omaggio a Giovanni Nadiani, grande poeta, grande traduttore, la poesia che un anno fa scelsi di tradurre in tedesco, aNmarcurd (Non mi ricordo).
Anna Maria Curci per Giovanni Nadiani, 28 luglio 2016
ANMARCURD [ICH ERINNERE MICH NICHT]
Heutzutage in der Welt
benutzen die Spezialisten
um den doofen zerstreuten
Alten zu helfen
(sind sie aber alt, wer weiß das?),
die sich an nichts mehr erinnern,
die an Alzheimer leiden,
Mozart- Casadei- Verdi-Musik,
aber auch Geschichten
Gedichte
um zu sehen, ob die Alten
beim Hören jener Worte
fähig sind sich an etwas zu erinnern
von ihrer Welt von ihrer Geschichte….
diese neue ultimative Therapie
nennt man Alzpoetry
gern möchte ich wissen,
was die an Alzpoetry leidenden Ärzte
für uns benutzen werden,
wie sie es schaffen werden, das zu benutzen,
was wir geschrieben haben,
da keiner nun mehr
fähig ist diese gezwungenermaßen
von allen vergessene Sprache
zu sprechen zu lesen…
es wird nur
die leere Stille
unseres Kopfes geben
und —————————————– uns
————————————————unterwegs
in
jenem
Nebelnebelnebelnebelnebennebelnebeeeeel
aus ze
————r
s
————t
ö
————r
t
———–e
n
w
—–o
——–-r
———--t
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aNmarcurd – incù a e’ mond / pr aiuter i vec / (èj pu di vec chi ch’al sa?) / insimunì insabé / ch’i n s arcorda piò gnint / ch’i à l’alzheimer / i specialesta i adrova / dla musica Mozart Casadei Verdi / mo nench di fet dal puisì / pr avder se i vec / sintend cal paroli / i è bon d’arcurdes quaiquel / de’ su mond dla su storia… / ’sta terapia ultimativa / i la ciama Alzpoetry / a voj propi savé me / quel ch’i adruvarà par nó / i dutur malé d’alzpoetry / cum ch’i farà a druver / quel ch’a j aven scret nó / che za ades inson / l’è piò bon d’scorr / d’lezr sta lengua / dsmingheda par forza / da tot… / u i sra sol / e’ zet vut / dla nöstra tësta / e nó / a vajon / in / cla / nèbianèbianèbiabiancanèbianèbianèbianèbiaaaaaa / d’pa / r / o / l / i / s / f / a / t / i
ANMARCURD [NON MI RICORDO] – oggi al mondo / per aiutare i vecchi / (ma sono vecchi chi lo sa?) / scimuniti distratti / che non si ricordano / più niente /con l’alzheimer / gli specialisti usano / la musica di Mozart Casadei Verdi / ma pure storie / poesie / per vedere se i vecchi / sentendo quelle parole / sono capaci di ricordarsi qualcosa / del loro mondo della loro storia… // chiamano questa terapia / ultimativa Alzpoetry // voglio proprio sapere io / cosa useranno per noi / i dottori malati d’alzpoetry / come faranno a usare / ciò che abbiamo scritto noi / che già ora nessuno / è più capace di parlare / di leggere questa lingua / dimenticata per forza / da tutti… // ci sarà / soltanto / il silenzio vuoto / della nostra testa / e noi / a zonzo /in / quella / nebbianebbianebbiabiancanebbianebbianebbiaaaaa/ di pa / r / o / l/ e / s / f / a / t t / e
Giovanni Nadiani, ANmarcurd. Prefazione di Alberto Bertani. Volume n. 6 della collana “L’altra lingua”, diretta da Lorenzo Mari. L’arcolaio 2015