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Due belle sorprese hanno illuminato, l’altro giorno, una pausa pranzo senza viveri e, come di consueto, senza fiato. All’uscita dal Goethe-Institut di Roma, in via Savoia, ho alzato lo sguardo dinanzi a me e ho scorto – ecco la prima sorpresa – che le luci che illuminavano il mezzogiorno di pioggia erano quelle della vetrina di una libreria aperta da poco. Ho pensato che, se avevo rinunciato al pranzo per spostarmi nel minor tempo possibile da un corso di aggiornamento a un corso pomeridiano a scuola, potevo concedermi una sosta – cinque minuti, solo cinque minuti, per cercare un racconto di Edgar Allan Poe che non fa parte delle raccolte più diffuse – nel luogo che rappresenta LA tentazione irresistibile per me, insegnante di scuola pubblica (“se scoprono che mi piace pensare, passo un guaio”, faccio mio questo motto che ho letto nello studio di un’altra persona alla quale, guarda un po’, piacciono i libri): la libreria.
Entro, chiedo del racconto di Poe e, mentre le gentili commesse si affannano a far ripartire un collegamento in rete che il nubifragio sulla città ha messo in seria crisi, lo sguardo mi cade su un tavolino che ospita, con una disposizione variopinta e solo apparentemente casuale, libretti smilzi e accattivanti. La distanza facilita anche all’incalzante presbiopia la lettura di un titolo e del suo autore, a me familiare. Si tratta de Il monastero della risaia di Remo Bassini. La casa editrice è Senzapatria, la collana, nella quale sono apparsi, tra gli altri, racconti di Gaja Cenciarelli, Marino Magliani, Emilia Dagmar, Carmen Covito, Barbara Garlaschelli, Enrico Gregori, porta il nome-programma On the road. È la seconda sorpresa della giornata, perché, come leggo nell’introduzione all’elenco dei titoli pubblicati, “I libri della collana possono essere acquistati nelle stazioni ferroviarie e degli autobus, sui traghetti e le navi da crociera, negli aeroporti, nelle metropolitane”: sono stata fortunata, dunque, ad averli trovati in libreria.
Decido di acquistare Il monastero della risaia. La ‘caccia’ al racconto di Poe non è andata a buon fine, in compenso ho un bottino rassicurante per questa breve incursione nel MIO paese delle meraviglie. Affronto il viaggio sui mezzi pubblici a stomaco vuoto, ma con passo reso più leggero dalla prospettiva della lettura che potrò iniziare sulla metropolitana. Così succede, ed è un piacere ritrovare, accanto a luoghi, situazioni e personaggi che ho ‘frequentato’ di recente, leggendo Bastardo posto di Remo Bassini, figure alle quali la ‘classicità’ del loro ruolo – il questore,il commissario, il vescovo, il sacerdote, ‘Sua Eminenza’ – nulla toglie in termini di efficacia trascinante e irresistibile nei dialoghi serrati, in battibecchi al telefono e non, in confessioni e colpi di scena. La lettura conferma: è bene, talvolta, non resistere alle tentazioni. È bene, soprattutto, non resistere MAI alla tentazione di pensare.

Anna Maria Curci, 4 marzo 2011

(articolo pubblicato il 4 marzo 2011 su “Cronache di Mutter Courage”, qui; con grande dispiacere ho dovuto constatare che, pochi mesi dopo, la libreria appena aperta ha chiuso i battenti: lascio a chi legge e ama farlo il compito di trarre le tristi conclusioni)