• Anna Maria Curci
  • Il Network
  • Informativa

Lettere migranti

Lettere migranti

Archivi tag: Rosaria Di Donato

Rosaria Di Donato, nota di lettura a “Per le stagioni con ali di velluto” di Antonietta Tiberia

02 venerdì Giu 2023

Posted by letteremigranti in letture, Poesia, Recensioni

≈ 1 Commento

Tag

Antonietta Tiberia, edizioni Progetto Cultura, Haiku, letture, Per le stagioni con ali di velluto - versetti in forma di haiku, Poesia, recensioni, Rosaria Di Donato, Walt Whitman

 

Antonietta Tiberia, Per le stagioni con ali di velluto – versetti in forma di haiku

Edizioni Progetto Cultura, 2023

Nota di lettura di Rosaria Di Donato

 

 

 

 

Ho udito di cosa parlavano i parlatori… era parlare
del principio e della fine,
Ma io non parlo del principio o della fine.

Mai vi fu altrettanto inizio di adesso,
Né altrettanta giovinezza o vecchiezza di adesso;
E mai ci sarà altrettanta perfezione di adesso,
Né altrettanto paradiso o inferno di adesso.

Urge e urge e urge,
sempre il procreante urgere del mondo.[1]

Leggendo Per le stagioni con ali di velluto – versetti in forma di haiku, di Antonietta Tiberia, è stato inevitabile il riferimento all’energia esplosiva di Whitman, anche se i due autori sono lontani nel tempo e diversi nei contenuti e nello stile. Tuttavia li accomuna lo sguardo intenso per le piccole cose, la sorprendente vitalità che entrambi trasmettono e la celebrazione del quotidiano vissuto come un rito esistenziale. Già in Haiku per un anno bisestile[2] A. Tiberia scriveva: «È proprio questa vita comune, di disarmante semplicità (che a ben guardare non è mai banale o scontata, ma piena di sorprese, a volte amare), che mi stupisce e mi fa commuovere». Ora, nei nuovi versetti, l’autrice ci conduce per mano, di stagione in stagione, a percorrere un cammino in sintonia con la natura che in Inverno, Primavera, Estate, Autunno (le quattro sezioni dell’opera introdotte dai disegni di Paola Panatta), rinnova il tempo e lo spirito. È la danza degli storni all’imbrunire[3]che connota l’Inverno ma anche l’Autunno: in realtà ogni singolo haiku della raccolta può essere considerato come un piccolo uccello che prende il volo e disegna scenari scanditi dal fluire della luce e del buio, dal susseguirsi delle stagioni, dal ritmo alternato della quiete del riposo e della frenesia del risveglio. Ci sono l’acqua del fiume e il mare in tempesta, la calma del lago e della pozzanghera, la casa abbandonata e il vento di tramontana; il ghiaccio e la neve, le foglie e la luna, lo squittio del ratto e il sussurro dei fili d’erba; il profumo e i colori, le bestemmie e il suono di bambù ondeggianti, la poiana e la rana. È un piccolo mondo, miniatura affrescata con le diciassette sillabe dell’haiku, quello che A. Tiberia descrive  nelle pagine della sua ultima raccolta: Per le stagioni con ali di velluto è grido e sussulto di una natura preponderante dove battono i becchi [4]degli uccelli e i tronchi non nascondono le ferite, ma che lo sguardo attento e accogliente della poetessa canta come fosse un mantra. È la vita che fluisce incurante dell’umano agire, è il ritmo vitale che dovrebbe accompagnarci e sostenerci, è il procreante urgere del mondo che non si arresta e non si arrende nonostante tutto: torrente in secca -/un albero mi abbraccia/con la sua ombra.[5]
Le antiche “more” dell’haiku suggeriscono un’armonia da riscoprire, accendono in noi emozioni improvvise, ci sorprendono con lo stupore di “piccole” meraviglie: la semplicità della natura è celebrata in istanti che possiamo abitare grazie alla leggerezza dei versi, non mai, però, scevri da un pensiero, da una riflessione sul bello che li sottende e che, allo stesso tempo, ci sorprende e ci coinvolge. È importante il non-detto nei versi dell’Autrice, l’atmosfera creata con poche parole, l’incanto delle immagini veloci e immediate, il suono dei versi incisivi e iconici. È come incontrare un mondo reale ma, spesso, dimenticato, lontano, distante, sconosciuto ai più…un mondo che torna a vivere nella sapienza di un dettato poetico unico, originale, vero come quello di A. Tiberia la quale, non a caso, si diletta anche di fotografia: in acqua chiara/qualche guizzo lucente:/le raganelle[6].
Le reti appese:/mandano iridescenze/pesci impigliati.[7] Chi potrebbe dire che questi non sono versi scritti con la luce?[8]

Roma, 2 giugno 2023

Rosaria Di Donato

[1] W. Whitman, Canto di me stesso, in FOGLIE D’ERBA, Feltrinelli 2016, pag. 65.
[2] A. Tiberia, Haiku per un anno bisestile, Edizioni Progetto Cultura 1917.
[3] A. Tiberia, Per le stagioni con ali di velluto, Edizioni Progetto Cultura 2023, pag.9.
[4] Op. Cit., pag.12.
[5] Op. Cit., pag. 30.
[6] Op. Cit., pag. 21.
[7] Op. Cit., pag. 21.
[8] In Haiku per un anno bisestile, la copertina e alcune immagini inserite all’interno dell’opera sono dell’autrice.

Maria Pina Ciancio, Tre fili d’attesa (nota di Rosaria Di Donato)

23 venerdì Dic 2022

Posted by letteremigranti in Arte, Poesia, Recensioni

≈ 3 commenti

Tag

LucaniArt, Maria Pina Ciancio, Poesia, recensioni, Rosaria Di Donato

Maria Pina Ciancio, Tre fili d’attesa. Con una stampa di Stefania Lubatti. Interventi di Anna Maria Curci e Abele Longo, LucaniArt 2022

 

«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti». (Cesare Pavese, La luna e i falò).

Forte è il legame che unisce l’Autrice a San Severino Lucano, anche se è nata in Svizzera, dove lei rinviene le sue origini esistenziali profonde. È il suo un canto senza tempo che narra il legame ancestrale con un luogo “sospeso”, nascosto alle cronache, ai media e lontano dai social: quasi una favola antica, un mito che ripropone la vita semplice, essenziale di un paese rurale del Sud. “Tre fili d’attesa”, detto popolare lucano, racchiude l’essenza e il significato di una dimensione antropologica contadina di un mondo ancorato al ciclico corso della natura e al senso tragico dell’esistere: rassegnato all’ineluttabile. “Siamo nidi sfilacciati sugli alberi d’inverno”(pag. 11). Eppure vibrano i versi nel dare vita alle storie di persone e di  cose che custodiscono un vissuto sapienziale conteso tra la vita e la morte, tra il tempo della festa e quello ordinario. C’è un brivido che accende come un vento le vie del paese, i suoi muretti, le stanze delle case e percorre le vene del lettore che si ritrova in Gennaro e Vincenzino, in zio Pietro e la sua casa”pittata” di rosso, in Antoniuccio Vito e Mariuccia, Marietta e Giacomino, Antonella e il suo pallone “rincorso” dai cani…a sussurrare tra le pieghe del tempo:”…a bona sciorta / nu lavoro ca cunta / u capattiempo ca vene sempre chiù luntano” (pag. 8). La stampa di Stefania Lubatti impreziosisce il Quaderno poetico n. 1 di M. P. Ciancio stampato in 65 esemplari firmati e numerati. Resilienti, la poesia e l’arte pittorica si fondono in un abbraccio che rischiara il passato nell’attesa che le radici fioriscano

Rosaria Di Donato

23 Dicembre 2022

Maria Pina Ciancio, di origine lucana, è nata in Svizzera nel 1965. Trascorre la sua infanzia tra la Svizzera e il Sud dell’Italia e da qualche anno vive nella zona dei Castelli Romani. Viaggia fin da quand’era giovanissima alla scoperta dei luoghi interiori e dell’appartenenza, quelli solitamente trascurati dai grandi flussi turistici di massa, in un percorso di riappropriazione della propria identità e delle proprie radici. Ha pubblicato testi che spaziano dalla poesia, alla narrativa, alla saggistica. Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo Il gatto e la Maria falena (Premio Parola di Donna, 2003), La ragazza con la valigia (Ed. LietoColle, 2008), Storie minime e una poesia per Rocco Scotellaro (Fara Editore 2009), Assolo per mia madre (Edizioni L’Arca Felice, 2014), Tre fili d’attesa (Associazione Culturale LucaniArt 2022). Nel 2012 ha curato il volume antologico Scrittori & Scritture – Viaggio dentro i paesaggi interiori di 26 scrittori italiani.

Rosaria Di Donato, Preghiera in gennaio (recensione di Antonietta Tiberia)

25 lunedì Lug 2022

Posted by letteremigranti in Poesia, Recensioni

≈ 1 Commento

Tag

Antonietta Tiberia, Macabor, Marzia Alunni, Poesia, Preghiera in gennaio, recensione, Rosaria Di Donato

Rosaria Di Donato, Preghiera in gennaio, Macabor Editore 2021

Sull’onda di un verseggiare ben ritmato, Rosaria Di Donato ha scritto la sua nuova raccolta di poesie: 36 liriche, alcune molto brevi, altre di poche decine di versi sciolti, divisi in strofe di varia estensione, che esprimono verità profonde e invitano alla riflessione sulla vita; quasi una meditazione sulla Morte, sul Tempo e sul nostro effimero. Poche ma intense pagine, nelle quali l’autrice ci fa intravedere la parte più intima della sua anima. Uno sguardo attento al tempo interiore. Circola in questa raccolta una segreta, misurata armonia, quasi che l’autrice, pudica, volesse far intendere oltre i brevi versi, sempre limpidi e salmodianti, l’essenza e la purezza del sentimento.
Marzia Alunni nella sua prefazione, che denota compartecipazione ed entusiasmo per le sensazioni e i sentimenti sprigionati da questa poesia e per le emozioni che essa può suscitare nel lettore attento, capace di discernere tra un verseggiare comune e uno ben qualificato, scrive: «Non c’è fede in Dio senza testimonianza. Chi parla di Lui è stato scelto, anche se non ne è consapevole».
Se l’elemento centrale della poesia, in un momento complesso e convulso come questo, deve tornare a essere quello dell’intensa riflessione e profondità del messaggio, non si può dunque non rimanere colpiti dal lavoro di Rosaria Di Donato, che fa di questi due aspetti il cardine del proprio percorso poetico. I moti dell’animo riposano, come la quiete dopo la tempesta, nella riscoperta della luce della verità, che vive negli occhi di coloro che hanno il coraggio di cercarla e di esprimerla.
Da donna del suo tempo nel suo tempo, la poeta cerca se stessa nella musica dei versi, con queste poesie che si stagliano come preghiere, come celebrazione di tutto quello che non può ricevere risposta. Accosta i versi uno all’altro per dare quel senso di commozione; va alla ricerca di piccole sfumature per trarne una sensazione di pace interiore, adottando un lessico che si distingue per la sua pregnanza semantica, cioè per la sua capacità di oggettiva definizione della realtà interiore: versi essenziali e ruvidi, brevi, affilati, ripuliti da ogni orpello, che mirano all’essenza delle cose, riducendo tutto all’osso, al nocciolo duro che non si può comprimere.
Nella maggior parte delle composizioni sono presenti una forte percezione del continuo divenire di tutte le cose e la consapevolezza della fragilità della vita; inoltre, in svariate, l’intensità dell’inquietudine esistenziale non riesce a essere mascherata e coinvolge nel suo vortice anche l’emotività del lettore.
Questa raccolta, riuscita, si presenta come una compiuta espressione dell’interiorità della sua autrice e dei procedimenti dell’arte sua, permeata di riflessione filosofica, che spazia dai temi più semplici a quelli più profondi e spirituali, che non esprimono solo gioia e piacere, ma soprattutto sofferenza, ad evocare una spiritualità tutta umana.

©Antonietta Tiberia

 

prima che sia notte
ancora vorrei qualcosa
qualcosa di mio
qualcosa che irrompa
nel tempo mostrando
un seme nuovo
un germoglio
e non disamore

*

germinazione

ah se dato mi fosse
d’incontrare i santi
mi aggrapperei
alle loro mani
e stringendole forte
lascerei cadere
sulla terra
quella luce
che sola trapassa
il corpo
e poi in gocce
di calore
ricade
diffondendo amore

terra promessa
iridati pensieri
duraturi orizzonti

il bene

*

quanto errasti maddalena

audace maddalena
sciogliesti i tuoi capelli
a carezzarmi i piedi
mai seta fu più fine
e profumata
mai lacrime più calde
fruscio d’oriente
quasi geisha
soave fu il perdono
che scivolò nel cuore
che ti (nacque) dentro
a ri-trovare il mare di spuma
e sale (sole) di onde a contenere
i giorni a scan-dire il passo
rinnovato del tuo andare
alla sequela ormai
del redentore
ché quelli che si perdono
trovano dio

*

il padre-il figlio

ti chiama il padre
e tu rispondi abbà
non riesco a farcela
troppo pesante
vivere morire
amare sopportare
piangere lottare

dov’è la festa
che sognavo
il mondo
in cui credevo
la vita
che aspettavo
io chi sono

dove sto andando
a chi appartengo
è un sogno-finzione
oppure è vero
il nulla impera
il mondo è vano
sono solo

no tu sei con me
risponde il padre
sempre ti ho avuto
in grembo
all’alba dei giorni
ti ho pensato
di Spirito nutrito

non temere il buio
non prevarrà

*

maria bambina giocava con l’agnello

giocava maria bambina con l’agnello
che ancor non si teneva sulle zampe
ritto stringendolo al suo petto

di baci copriva il muso
e con le dita intrecciava riccioli nel vello
belava l’agnellino confuso
per tanta soavità fatta persona

luce circonfondeva i due festosi
di gioia ricolmi e Santo Spirito
aleggiava intorno profetizzando
che l’agnello uomo sarebbe divenuto
nel grembo della vergine-fanciulla
al tempo stabilito

giocava maria nella sua infanzia
e l’innocenza tingeva d’entusiasmo
le gote e il vivo sguardo s’accendea
di consapevolezza che dio l’aveva scelta
per dimora

Migrazioni

  • Anna Maria Curci
  • Il Network
  • Informativa

Categorie

  • Anna Maria Curci
  • anniversari
  • Arte
  • Brunella Bassetti
  • Cinema
  • Cristina Bove
  • cronache
  • Disegni
  • Gialli
  • Giovanna Amato
  • interviste
  • la domenica pensavo a Dio/sonntags dachte ich an Gott
  • Laura Vazzana
  • Lettere migranti
  • letture
  • Letture a due voci
  • Lutz Seiler
  • Memoria
  • Migranti
  • Musica
  • Narrativa
  • Per le strade di Roma
  • Pittura
  • Poesia
  • Poesia in due lingue
  • Prosa
  • Racconti
  • Recensioni
  • Reiner Kunze
  • reportage
  • Ricordi
  • Romanzi
  • Rubriche
  • Sandra L. Rebecchi
  • Scuola
  • Simonetta Bumbi
  • Storia
  • Teatro
  • Traduzioni
  • Uncategorized

Ultime Migrazioni

  • Rosaria Di Donato, nota di lettura a “Per le stagioni con ali di velluto” di Antonietta Tiberia
  • Sonia Giovannetti legge “Luoghi sospesi” di Annamaria Ferramosca
  • Maurizio Rossi, La ruota di Duchamp (nota di Anna Maria Curci)

Archivi

  • giugno 2023
  • Maggio 2023
  • marzo 2023
  • febbraio 2023
  • dicembre 2022
  • ottobre 2022
  • agosto 2022
  • luglio 2022
  • giugno 2022
  • aprile 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • febbraio 2021
  • agosto 2020
  • luglio 2020
  • marzo 2020
  • gennaio 2020
  • gennaio 2019
  • agosto 2018
  • gennaio 2018
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • gennaio 2017
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • marzo 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014
  • luglio 2014
  • giugno 2014
  • Maggio 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • settembre 2012
  • agosto 2012

lettere migranti allinfo.it bumbimediapress.com l’ideale network di allinfo anna maria curci

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

RSS Allinfo.it

  • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.

RSS L’Ideale

  • Qual è la quantità consigliata di merluzzo da consumare settimanalmente? La verità - Wineandfoodtour
  • Cinque tagli di capelli medi, comodi e pratici a prova di caldo - Io Donna
  • Mattarella a Parigi: l’Europa è un luogo ideale fatto di valori e sogni. Italia e Francia unite da legami... - Corriere della Sera
  • Einstein Telescope. Cos’è il progetto che l’Italia vuole portare in Sardegna - La Stampa
  • Image Skincare arruola Sennen Pamich nel ruolo di CEO - Beauty ... - Pambianco Beauty
  • Kiev, 'due morti e 23 feriti per l'attacco alla clinica di Dnipro' - Agenzia ANSA
  • Le celebrity make-up artist del momento - Vanity Fair Italia
  • Moda estate: la minigonna di Chiara Ferragni è elegante e glam - Cosmopolitan
  • Stella McCartney realizza la prima borsa derivante da piante di ... - FashionNetwork.com IT
  • I magici castelli della Loira: sono oltre trecento. A Chambord c'è la scala a doppia elica di Leonardo Da Vinc - corriereadriatico.it

RSS esti kolovani

  • Che succede a Lampedusa? Fuochi razzisti, l’ennesima orribile pagina di violenza e intolleranza verso il migrante.
  • Oggi 26 settembre si festeggia la Giornata Europea delle Lingue (European Day of Languages – EDL)
  • How is Italian journalism seen abroad?
  • Come viene visto il giornalismo italiano all’estero?
  • Hello world!

RSS il blogascolto

  • BOB DYLAN, Shadows in the Night (2015)
  • OASIS, Familiar To Millions (2000)
  • NEIL YOUNG + PROMISE OF THE REAL, The Monsanto Years (2015)
  • CHET ATKINS AND MARK KNOPFLER, Neck and Neck (1990)
  • LED ZEPPELIN, Houses of the Holy (1973)
  • THE NOTTING HILLBILLIES – Missing… Presumed Having A Good Time (1990)
  • ERIC CLAPTON, Unplugged (1992)
  • R.E.M., Up (1998)
  • R.E.M., New Adventures in Hi-Fi (1996)
  • LED ZEPPELIN, Led Zeppelin IV (1971)

RSS il blogfolk

  • Giulio Nerini – Il volo della Crisalide
  • OLTRE LA COLLINA – MIA MARTINI – Padre davvero
  • Pistoia Blues Festival dal 5 al 12 luglio 2023
  • Gordon Lightfoot, icona della musica folk canadese
  • Il sole lassù – Racconti e Poesie – Gloria Berloso
  • Allen Collins, il magico chitarrista Southern Rock dei Lynyrd Skynyrd
  • Ricky Mantoan – “LEGEND” –
  • “Madame Guitar” Festival internazionale di chitarra acustica dal 22 settembre al 25 settembre 2022
  • ilblogfolk compie 10 anni
  • Jerry Garcia – Credo che la musica sia molto più grande di me, e spero che sopravviva

RSS bumbimediapress

  • Si è verificato un errore; probabilmente il feed non è attivo. Riprovare più tardi.

Lettere Migranti

Lettere Migranti

Le ultime migrazioni

  • Rosaria Di Donato, nota di lettura a “Per le stagioni con ali di velluto” di Antonietta Tiberia
  • Sonia Giovannetti legge “Luoghi sospesi” di Annamaria Ferramosca
  • Maurizio Rossi, La ruota di Duchamp (nota di Anna Maria Curci)
  • Simone Zafferani, L’ora delle verità (rec. di Giovanna Amato)
  • Gianni Iasimone, “Invel – la Heimatlosigkeit, dallo spaesamento al dolore di Giovanni Nadiani”

Blog su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • Lettere migranti
    • Segui assieme ad altri 84 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • Lettere migranti
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra
 

Caricamento commenti...