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Antonietta Tiberia, Per le stagioni con ali di velluto – versetti in forma di haiku
Edizioni Progetto Cultura, 2023
Nota di lettura di Rosaria Di Donato
Ho udito di cosa parlavano i parlatori… era parlare
del principio e della fine,
Ma io non parlo del principio o della fine.
Mai vi fu altrettanto inizio di adesso,
Né altrettanta giovinezza o vecchiezza di adesso;
E mai ci sarà altrettanta perfezione di adesso,
Né altrettanto paradiso o inferno di adesso.
Urge e urge e urge,
sempre il procreante urgere del mondo.[1]
Leggendo Per le stagioni con ali di velluto – versetti in forma di haiku, di Antonietta Tiberia, è stato inevitabile il riferimento all’energia esplosiva di Whitman, anche se i due autori sono lontani nel tempo e diversi nei contenuti e nello stile. Tuttavia li accomuna lo sguardo intenso per le piccole cose, la sorprendente vitalità che entrambi trasmettono e la celebrazione del quotidiano vissuto come un rito esistenziale. Già in Haiku per un anno bisestile[2] A. Tiberia scriveva: «È proprio questa vita comune, di disarmante semplicità (che a ben guardare non è mai banale o scontata, ma piena di sorprese, a volte amare), che mi stupisce e mi fa commuovere». Ora, nei nuovi versetti, l’autrice ci conduce per mano, di stagione in stagione, a percorrere un cammino in sintonia con la natura che in Inverno, Primavera, Estate, Autunno (le quattro sezioni dell’opera introdotte dai disegni di Paola Panatta), rinnova il tempo e lo spirito. È la danza degli storni all’imbrunire[3]che connota l’Inverno ma anche l’Autunno: in realtà ogni singolo haiku della raccolta può essere considerato come un piccolo uccello che prende il volo e disegna scenari scanditi dal fluire della luce e del buio, dal susseguirsi delle stagioni, dal ritmo alternato della quiete del riposo e della frenesia del risveglio. Ci sono l’acqua del fiume e il mare in tempesta, la calma del lago e della pozzanghera, la casa abbandonata e il vento di tramontana; il ghiaccio e la neve, le foglie e la luna, lo squittio del ratto e il sussurro dei fili d’erba; il profumo e i colori, le bestemmie e il suono di bambù ondeggianti, la poiana e la rana. È un piccolo mondo, miniatura affrescata con le diciassette sillabe dell’haiku, quello che A. Tiberia descrive nelle pagine della sua ultima raccolta: Per le stagioni con ali di velluto è grido e sussulto di una natura preponderante dove battono i becchi [4]degli uccelli e i tronchi non nascondono le ferite, ma che lo sguardo attento e accogliente della poetessa canta come fosse un mantra. È la vita che fluisce incurante dell’umano agire, è il ritmo vitale che dovrebbe accompagnarci e sostenerci, è il procreante urgere del mondo che non si arresta e non si arrende nonostante tutto: torrente in secca -/un albero mi abbraccia/con la sua ombra.[5]
Le antiche “more” dell’haiku suggeriscono un’armonia da riscoprire, accendono in noi emozioni improvvise, ci sorprendono con lo stupore di “piccole” meraviglie: la semplicità della natura è celebrata in istanti che possiamo abitare grazie alla leggerezza dei versi, non mai, però, scevri da un pensiero, da una riflessione sul bello che li sottende e che, allo stesso tempo, ci sorprende e ci coinvolge. È importante il non-detto nei versi dell’Autrice, l’atmosfera creata con poche parole, l’incanto delle immagini veloci e immediate, il suono dei versi incisivi e iconici. È come incontrare un mondo reale ma, spesso, dimenticato, lontano, distante, sconosciuto ai più…un mondo che torna a vivere nella sapienza di un dettato poetico unico, originale, vero come quello di A. Tiberia la quale, non a caso, si diletta anche di fotografia: in acqua chiara/qualche guizzo lucente:/le raganelle[6].
Le reti appese:/mandano iridescenze/pesci impigliati.[7] Chi potrebbe dire che questi non sono versi scritti con la luce?[8]
Roma, 2 giugno 2023
Rosaria Di Donato
[1] W. Whitman, Canto di me stesso, in FOGLIE D’ERBA, Feltrinelli 2016, pag. 65.
[2] A. Tiberia, Haiku per un anno bisestile, Edizioni Progetto Cultura 1917.
[3] A. Tiberia, Per le stagioni con ali di velluto, Edizioni Progetto Cultura 2023, pag.9.
[4] Op. Cit., pag.12.
[5] Op. Cit., pag. 30.
[6] Op. Cit., pag. 21.
[7] Op. Cit., pag. 21.
[8] In Haiku per un anno bisestile, la copertina e alcune immagini inserite all’interno dell’opera sono dell’autrice.